Google+ Marianne Costa in Italia: Integrare il Tarocco e l'Albero Genealogico - Intervista a Marianne Costa, febbraio 2014

martedì 11 febbraio 2014

Integrare il Tarocco e l'Albero Genealogico - Intervista a Marianne Costa, febbraio 2014


Integrare il Tarocco e l'Albero Genealogico -  Intervista a Marianne Costa, febbraio 2014
Come sei arrivata a unire i tarocchi allo studio dell’albero genealogico?
In realtà è lo studio dell’albero che è scaturito dai tarocchi, dalle letture che Jodorowsky effettuava alle persone in sessioni individuali negli anni ’70-’80.
L’originalità della Metagenealogia si basa sul fatto che il lavoro archetipico, simbolico, artistico e, aggiungiamo spirituale, è intimamente intessuto con l’aspetto razionale, storico, psicologico di studio preciso e puntuale dell passato e delle influenze genealogiche.
Mentre usiamo la parte sinistra del cervello (logica, verbale) sviluppiamo anche quella destra (immaginativa, artistica, magica). In questo senso gli archetipi dei Tarocchi, la loro struttura e coerenza non lineare, ci aiutano a portare l’inconscio verso una salute, una sanità “olistica”: femminile-maschile, creativa-scientifica, sensoriale-verbale…. Non c’è guarigione possibile, cioè non c’è possibilità di realizzare quello che autenticamente siamo, senza integrare questo doppio aspetto. I tarocchi, in fondo, sono uno strumento di precisione per avvicinarci al Mistero, mentre l’albero genealogico è uno studio delle menzogne ereditate dalla nostra tradizione.

Si possono usare tutti i tarocchi, Arcani maggiori e minori o solo gli arcani maggiori?
Gli Arcani minori dei Tarocchi ptopongono un cammino umile e silenzioso verso la profondità della conoscenza dell’essere umano, cioè di noi stessi. Corpo, energia creativa, affettività, intelligenza: chi siamo veramente? Qual è il nostro potenziale in ognuno di questi 4 aspetti? Da questo livello di integrità e profondità diventa facile e apparentemente “miracoloso” aiutare gli altri.
La “mia” luce, la “mia” oscurità, la “mia” paura, le “mie” limitazioni, etc..sono, in realtà, il territorio dell’essere umano e, meglio lo conosciamo e più diventiamo capaci di  vivere, agire, amare, ascoltare, vedere, essere.
E’ un lavoro di trasparenza quasi invisibile ma molto impattante che ti lascia un sapore indimenticabile, un po’ come il profumo di una rosa.
Lo studio degli Arcami maggiori, invece, ci porta la capacità di strutturare un insegnamento , di creare un tempio, una struttura interna ed esterna che diventa sempre più ricca, una specie di monumento, uno spazio sacro come, ad esempio, le piramidi o i grandi testi spirituali. Costituiscono un orizzonte, una finalità per camminare. Questi due aspetti del cammino, invisibile e visibile, quotidiano e trascendente, hanno la stessa complementarietà di quelli maschile-femminile, magico e logico.

Che aiuto possono dare i tarocchi nello studio sull’albero?
L’albero, in fondo, è una storia di famiglia: è, allo stesso tempo, la cosa più bella e più brutta che si possa toccare, I tarocchi aggiungono alla famiglia di carne e sangue l’aspetto “famiglia sottile” o “comunità dello spirito”, manifestato dagli archetipi. Ci permettono di superare l’illusione del tempo e dello spazio, liberarci dall’attrazione terrestre e riconoscere che siamo anche  esseri cosmici, fuori dal tempo e dallo spazio, che la missione dell’essere umano è riconoscere quello che siamo e manifestare quell’Essere, non nato, non fatto, non  divenuto, non composto, attraverso il nostro esistere, cioè della nostra realizzazione specifica. Alla mia “mamma”, con i suoi aspetti amati e odiati, sublimi e orribili, si aggiunge la figura della Madre, un astro che scintilla nel cielo della coscienza umana universale. Posso, allo stesso tempo, “uccidere la mamma”, cioè accettare la mia parte che si sente orfana, tradita, ferita e riconoscere questa donna limitata che mi ha partorito/a come un frammento, contemporaneamente imperfetto e perfetto dell’archetipo Madre. In questo modo la guarisco nella mia memoria, nel mio tempio interiore. Come conseguenza la mia relazione con lei (viva o morta, presente o assente) si pacifica, più importante di tutto la mia relazione  con me stesso/a si pacifica e diventa più autentica.
Questo vale, naturalmente, per tutto l’albero genealogico

Perché, secondo te, è importante lavorare sul nostro albero?
Perché sul piano psichico siamo il risultato di un’accumulazione, siamo la somma di benedizioni, di vita, di amore ma anche di inevitabili errori, false soluzioni, abusi… Per poter orientarci nella nostra complessità e trovare il centro luminoso del nostro Essere, il nucleo dal quale i nostri petali possono schiudersi per fiorire e permetterci di raggiungere la nostra totalità, dobbiamo sapere chi siamo, da dove veniamo ed eliminare dalla nostra memoria, dalle nostre credenze, dalla nostra struttura psicologica e dai nostri automatismi  quotidiani, un mucchio di scorie che non servono più, che forse non sono mai servite.
Ogni gesto che ci libera dalla falsità, dalla sofferenza inutile, dalla vanità vuota, dai problemi inutili ci libera una energia tremenda che ci permette di vivere, finalmente, come è giusto che viviamo, fare ciò per cui siamo nati, amare con il cuore pieno e vedere, comprendere, comunicare, ad un livello autenticamente adulto.
In questo modo possiamo, finalmente, contribuire alla salute e alla pace di questo prezioso pianeta, vivere in armonia con i ritmi della Natura e manifestare la nobiltà e la dignità dell’essere umano.

Nessun commento:

Posta un commento